Le attività di ricerca, i processi industriali, le applicazioni mediche e la produzione di energia elettrica nelle centrali nucleari producono continuamente scorie radioattive da decenni. In linea di principio, queste sostanze devono essere smaltite in un deposito in strati geologici profondi, salvo nel caso in cui la loro radioattività si riduca entro un periodo di tempo ragionevole a un livello non pericoloso grazie al decadimento naturale oppure la loro attività sia talmente bassa da poter essere rilasciata nell’ambiente. Secondo l’attuale pianificazione, il deposito in strati geologici profondi delle SDM sarà possibile non prima del 2050, e quello per le SAA a partire dal 2060. Fino ad allora, le scorie devono essere stoccate temporaneamente. Il deposito intermedio rappresenta una fase importante della catena di gestione delle scorie radioattive. La legge federale sull’energia nucleare definisce il termine «smaltimento» in modo tale da includere il condizionamento, l’immagazzinamento intermedio e l’immagazzinamento in un deposito in strati geologici profondi. Per condizionamento si intende la preparazione delle scorie per l’immagazzinamento intermedio o il deposito in strati geologici profondi.
Il deposito intermedio delle scorie radioattive non deve comportare alcun rischio radiologico per l’uomo o per l’ambiente e le scorie devono rimanere in condizioni tali da poter essere successivamente trasferite in un deposito in strati geologici profondi. L’immagazzinamento intermedio è pertanto soggetto a norme rigorose e viene supervisionato dall’IFSN. Un deposito intermedio per le scorie radioattive è considerato un impianto nucleare al pari di una centrale nucleare o di un deposito in strati geologici profondi e richiede le relative licenze (autorizzazione di massima, licenza di costruzione e licenza d’esercizio) per l’esercizio, che vengono rilasciate dal Consiglio federale o dal Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC).