Un masterplan illustra le possibilità per riequilibrare il bilancio in materiale detritico e rivalutare ecologicamente il Reno superiore

Berna, 11.03.2013 - Oggi, il Reno superiore, che si estende per 142 km tra il Lago di Costanza e Basilea, presenta 11 chiuse, distribuite su una lunghezza di circa 100 km. Per questo motivo e a causa del mancato afflusso di materiale detritico dagli affluenti, si è notevolmente ridotto il trasporto di detto materiale nel fiume, così come lo spazio vitale di pesci e piccoli animali. Risultano particolarmente minacciate le specie che in origine abitavano questo spazio vitale. La situazione è ora in procinto di cambiare: le autorità svizzere e tedesche presentano un masterplan con misure volte a riequilibrare il bilancio in materiale detritico nel Reno superiore («Masterplan – Massnahmen zur Geschiebereaktivierung im Hochrhein»). La pubblicazione spiega come può essere riequilibrato il bilancio in materiale detritico e come tratti del fiume possono essere rivalutati ecologicamente.

Il «Masterplan - Massnahmen zur Geschiebereaktivierung im Hochrhein» è il risultato di uno studio dettagliato svolto sull'insieme del Reno superiore. La pubblicazione illustra come si può riequilibrare il bilancio in materiale detritico e migliorare le basi della vita per le specie ittiche minacciate. Lo studio, commissionato dalle autorità svizzere e tedesche, è stato elaborato da un gruppo interdisciplinare composto da esperti di Flussbau AG, dell'università tecnica di Monaco e dello studio WFN - Wasser Fisch Natur, specializzato in ecologia delle acque. Ha inoltre potuto contare sulla partecipazione di associazioni ambientaliste, dei gestori delle centrali idroelettriche e delle autorità.

Nel Reno superiore, negli ultimi decenni sono scomparse numerose specie ittiche. Attualmente sono ancora presenti 31 specie, che si nutrono tra l'altro di piccoli animali che vivono negli spazi interstiziali del letto del fiume. Per la loro riproduzione, le specie ittiche che depongono le uova sui fondi ghiaiosi, come il temolo, la trota fario o il barbo, necessitano di un fondo di ghiaia non compatto. Affinché il letto del fiume possa svolgere correttamente le sue funzioni ecologiche, occorre che nel fiume vi sia sufficiente ghiaia (materiale detritico) e che quest'ultima vi venga regolarmente depositata. Al momento, nel Reno superiore, perlopiù regimentato, e nei suoi principali affluenti ciò non è più possibile. Di conseguenza, le caratteristiche del corso d'acqua e lo spazio vitale hanno subito cambiamenti e nei tratti non ancora incanalati il fondo è eroso e colmatato, ovvero ricoperto da uno strato grossolano di ghiaia i cui spazi interstiziali sono riempiti con sedimenti fini.

Il masterplan illustra in quali tratti del fiume può essere migliorato lo spazio vitale dei pesci e dei piccoli animali. In particolare, i tratti del fiume non ancora incanalati presentano un importante deficit in materiale detritico e un elevato potenziale di valorizzazione ecologica. Ne sono un esempio il tratto non incanalato tra le centrali idroelettriche di Reckingen e di Albbruck-Dogern («Koblenzer Laufen»), il tratto interessato dal deflusso residuale della centrale idroelettrica di Albbruck-Dogern e alcuni tratti a valle delle centrali idroelettriche di Säckingen e Rheinfelden. Invece, riequilibrare il bilancio in materiale detritico in prossimità degli sbarramenti delle centrali idroelettriche non porta a un miglioramento sostanziale per le specie ittiche che si riproducono nella ghiaia e per i piccoli animali che vivono tra la ghiaia, ora minacciati.

Il masterplan contiene proposte concrete su come il bilancio in materiale detritico possa essere riequilibrato nei tratti che presentano un alto potenziale di valorizzazione. Tali misure includono l'immissione artificiale di ghiaia, la tolleranza dell'erosione delle sponde, il riempimento di trappole per sedimenti nonché il temporaneo abbassamento del livello dell'acqua presso le centrali idroelettriche per consentire il passaggio di materiale detritico attraverso gli sbarramenti. Le priorità sono stabilite in base al rapporto costi-benefici e all'urgenza. Il masterplan propone quattro scenari, ognuno dei quali si compone di una serie di misure diverse.

L'attuazione delle misure proposte non è parte integrante del masterplan. Le autorità se ne occuperanno nei prossimi anni, in collaborazione con i gestori delle centrali idroelettriche e le associazioni ambientaliste. Singoli provvedimenti sono già applicati attraverso le misure ambientali decise nell'ambito dell'autorizzazione di costruzione della centrale idroelettrica di Eglisau.


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Bernhard Hohl, Capo sostituto Sezione Forza idrica, UFE, tel. 031 322 55 78



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